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I ricchi del mondo stanno comprando Firenze.
Il 14 gennaio lanciamo i referendum SALVIAMO FIRENZE

La cittadinanza assiste da anni a un processo di svuotamento di Firenze, con grandi realtà private pronte a comprarsi un pezzo di città alla volta.
La conseguenza di medio periodo è l’espulsione progressiva della residenza da ampi pezzi di città e lo scivolamento verso una città “esclusiva” in cui sarà sempre più difficile vivere lavorare, studiare, anche per chi fino ad ora ce la faceva.

La domanda ormai chiara è POTRAI ANCORA PERMETTERTI DI VIVERE A FIRENZE? E CHI POTRÀ VENIRE A LAVORARE, STUDIARE E VIVERE A FIRENZE?
Per aprire una discussione su questi grandi temi e non assistere con passività e rassegnazione, da oggi lanciamo due quesiti referendari comunali su norme urbanistiche.
Non è un referendum come gli altri, ma è una possibilità per prendere parola sulla nostra città e rompere il silenzio.
E’ un’iniziativa nata per discutere a tutto tondo della nostra città che ci permette di attivare il regolamento per le Consultazioni Popolari Comunali del Comune di Firenze, che sebbene poco partecipativo, è uno strumento formale che permette di aprire finalmente un confronto, su temi centrali.
I quesiti referendari, elaborati dagli avvocati Paolo Solimeno e Claudio Tamburini con la collaborazione di Tommaso Grassi, li abbiamo chiamati Referendum Salviamo Firenze.
Un’iniziative per impedire la vendita della città alla rendita internazionale, purtroppo consentita da scelte politiche dell’amministrazione locale di attrazione di grandi fondi di investimento.

La città è stata quindi avvelenata da queste scelte.
Questo richiede risposte drastiche, politiche e normative.
Queste operazioni fanno male e offendono la nostra comunità, non vanno in alcuna maniera incentivate e non vogliamo una Firenze trasformata, pezzo per pezzo, in un agglomerato di seconde case di lusso per i milionari del mondo. E quindi non vogliamo in questa città studentati di lusso.

Con i quesiti proponiamo l’abolizione di 2 norme simboliche
– della norma che favorisce gli studentati di lusso, permettendogli di svolgere anche attività alberghiera per un periodo extra, che si aggiunge alla quota del 49% di attività alberghiera resa possibile dalla Normativa nazionale (come dimostrato dal fatto che sui portali turistici sono prenotabili in ogni giorno dell’anno per soggiorni anche solo di 1 notte);
Non basta ridurre da 3 mesi a 2 tale periodo di ulteriore attività alberghiera, va eliminato e non vanno permesse queste strutture in città.
– della norma che consente agli immobili prima adibiti a servizi pubblici di passare senza pianificazione urbanistica alla destinazione direzionale, in cui rientrano anche gli studentati (anche questa, quindi, favorisce gli studentati di lusso)

Il contesto
A Firenze ha ormai da tempo preso forma una sorta di bolla immobiliare, con un aumento sempre più forte del prezzo delle case e degli affitti, a fronte di beni e servizi sempre più a misura del turismo. La cosa non vale più per il solo centro storico, da ormai diversi anni:
– grandi gruppi immobiliari internazionali acquistano continuamente pezzi di città spesso con rilevante valore storico-artistico;
– gli appartamenti di lusso, ristrutturati o nuovi, anche fuori dal centro, hanno toccato il picco di circa 10.000 euro al metro quadro, con conseguente aumento dei prezzi nelle aree circostanti;
– gli studentati di lusso svolgono sempre di più il ruolo di alberghi, godendo di una serie di condizioni di favore (lo Student Hotel di viale Spartaco Lavagnini è l’ottavo albergo a Firenze per tassa di soggiorno).
Questo mercato è rivolto a una platea internazionale di persone ricche, che scelgono di mandare per qualche mese di vacanza/studio le figlie e i figli, o si prendono una seconda/terza/quarta casa per le vacanze.
E questo sta stravolgendo la nostra città, già molto provata dalla turistificazione selvaggia.
Gli effetti sono evidentissimi:
– 18.000 famiglie non trovano una casa in affitto;
– chi vince i concorsi pubblici rinunciano ad entrare in servizio per la difficoltà a trovare un alloggio;
– difficoltà fino all’impossibilità per chi studia fuori sede a trovare alloggi a prezzi non esorbitanti (se il prezzo di uno studentato di lusso arriva a € 2.000 al mese ovviamente salgono anche gli affitti nel settore delle case private);
– esplosione del costo degli appartamenti;
– aumento spesso insostenibile degli affitti per gli esercizi commerciali.
Tutto questo in una città in cui si arriva ad avere 800 case popolari vuote e non assegnate.

A chi ci rivolgiamo
Soprattutto alle persone residenti ma anche a chi vive, studia, lavora o vorrebbe farlo in questa città, alle associazioni, ai comitati e alle forze politiche e sindacali, proponendo a chiunque lo desideri di essere presentatrici e presentatori dei due quesiti referendari, venendo a firmare per il deposito
Ci abbiamo lavorato come Firenze Città Aperta, ma i quesiti sono proposti da chi verrà a firmare.