[[Firenze, 9 giugno] A pochi mesi da quel 14 gennaio quando si lanciò il percorso “Salviamo Firenze”, il comitato referendario torna in piazza De’ Ciompi per incontrare la cittadinanza. L’appuntamento di oggi sarebbe dovuto essere il lancio della raccolta firme, le 10mila firme necessarie per la presentazione del referendum. L’iter che avrebbe dovuto concludersi il 20 aprile scorso si è concluso il 22 maggio, per i gravi ritardi e ostruzionismi del Consiglio Comunale. Nonostante questo, il Collegio degli Esperti è stato nominato e il 22 maggio scorso ha sancito all’unanimità che i due quesiti proposti erano coerenti al regolamento, vincolando il Sindaco ad emettere l’atto entro il 2 giugno per l’inizio della raccolta firme.
“A tutt’oggi” dichiara Massimo Torelli, tra i promotori del Referendum Salviamo Firenze, “il Sindaco sta facendo ostruzionismo, difendendosi dalla partecipazione popolare e non dando alcuna risposta formale se non tramite dichiarazioni stampa”. Il 30 maggio scorso, infatti, la Giunta ha raccolti i quesiti in due delibere, come auto-osservazioni al Regolamento Urbanistico, che andranno al voto in Consiglio Comunale, insieme a centinaia di altre osservazioni, forse nel 2023, forse nel 2024.
“Un tempo infinito con cui si cerca di bloccare un percorso referendario richiesto dalla città” sottolinea Torelli. “La sola idea che un percorso di partecipazione di migliaia di persone incida di più su radicali cambiamenti di questa città o non è presa in considerazione o evidentemente fa paura”.
“Dal 23 maggio scorso non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione formale come promotori da parte del Presidente del consiglio Comunale, Luca Milani, né dalla Giunta” chiarisce Alberto Mariani, tra i promotori del percorso referendario. “Ci stanno spingendo verso un’estenuante lotta legale, fatta di diffide e ricorsi così da puntare al rinvio per fiaccare le forze del comitato. Un brutto segnale, che suggerisce come in questa città non si possano chiamare i cittadini alla partecipazione politica diretta, ma non ce la faranno.”
Al di là della diffida e di altre possibili azioni legali per fermare un vero e proprio sopruso, il campo di conflitto sarà comunque politico, trasparente e alla luce del sole, perché solo attraverso la partecipazione e la mobilitazione cittadina è possibile dare gambe a una nuova idea di città, che si protegga dall’enorme bolla immobiliare creata dagli investimenti speculativi dei grandi gruppi di investimento internazionale e dalla rendita storica di questa città. La domanda che molte cittadine e cittadini si stanno facendo è “quanto potremo ancora restare a vivere in questa città?”.
“Il paradosso” conclude Torelli, “è che nonostante non siano d’accordo nel bloccare questo scempio, sono pronti a far finta di accogliere i quesiti pur di bloccare la partecipazione popolare. Le ultime mosse della Giunta sono state per noi un primo grande risultato, ma non ci basta: o il Sindaco dimostra di avere la forza di rompere i rapporti con gli interessi forti delle città, appoggiando e valorizzando la partecipazione popolare oppure è chiaro che l’obiettivo è bloccarla attraverso modifiche modeste, poco efficaci sebbene facciano clamore mediatico. Per questo non ci fermeremo alle azioni legali, ma ci mobiliteremo in città”.
Da giovedì 16 a domenica 19 il comitato sta pianificando venti azioni, con lo slogan “Nardella perché hai paura e blocchi la partecipazione popolare referendaria? Facci firmare”. Il secondo appuntamento sarà mercoledì 21 giugno alle 18, in presidio in via Mannelli, dove un operatore, usando le due norme che si vogliono abrogare con il referendum, sta aprendo un ostello di 121 camere, che avrebbero dovuto essere 121 camere per studenti e studentesse in necessità. Anche su questo, Nardella, dovrà rispondere, perché senza un immediato intervento sulle norme di salvaguardia ci saranno altre via Mannelli.